LA F1 STAVA CAMBIANDO

Citazione di: "Mclaren7C"
Riapro questo topic dopo molto tempo; mentre mi stavo leggendo i numeri di Autosprint del 1976 ho scoperto che anche all'epoca c'era una forte critica e preoccupazione verso il circus della F1 come oggi, ovvero lo sport si tramuta in business. Mi ha lasciato un pò perplesso l'articolo che ho letto poichè ritengo gli anni '70 i più memorabili della Formula 1. Autosprint critica l'inserimento sempre maggiore di gp in una singola stagione per ricavare maggiori guadagni dagli organizzatori delle gare, il moltiplicarsi degli sponsor estranei al mondo dello sport automobilistico, l'avvento della televisione, una cattiva operatività della CSI (ovvero la FIA) nel far rispettare ed applicare regolamenti e sanzioni, ecc... Se il limite è già stato passato trent'anni fa adesso siamo sprofondati(?), anche se la F1 di oggi a me piace.

Gradirei, in particolare chi ha vissuto direttamente i fatti dell'epoca di raccontare
l'aria che tirava.

Che tutto iniziasse in quegli anni ce ne siamo accorti solo più tardi, ma i più attenti, e Marcello Sabbatini lo era, sapeva guardare avanti.
Certo, alcune cose sembravano "strane" paragonate alla "sacralità" che le corse avevano avuto fino a quasi tutti gli anni '60: Clark non era morto su una Lotus verde con striscia gialla, ma oro e rossa; poi erano apparsi alettoni smisurati e le BRM, unica casa inglese che si costruiva tutto in casa, gareggiava con i colori di una multinazionale di cosmetici.
I piloti non si riunivano più la sera della domenica per festeggiare il vincitore e scherzare tra loro, ma ripartivano subito dopo la bandiera a scacchi (anche prima quelli che si ritiravano).
E' il progresso, il nuovo che avanza, ma non sentivamo il pericolo.

Ti posso però raccontare un fatto che all'epoca mi parve quantomeno curioso.
Era il '71 o l'inizio del '72 e mi trovano ad una cena seduto al fianco di un pezzo grosso dell'ACI MIlano, che aveva anche una carica di rilievo nella CSAI. Questo incontro fu totalmente casuale (non ero ancora neppure il nessuno che sono adesso): il tizio era semplicemente un parente acquisito della ragazza che mi aveva invitato.
A metà serata (noiosissima e troppo formale per i miei gusti) decisi di portare il discorso su Monza che all'epoca aveva due problemi: il più sentito era la scia che rendeva la pista poco o nulla selettiva, l'altro la sicurezza alla prima di Lesmo.

Vede, prima abbiamo pensato di saltar via il Curvone, sfruttando una parte del circuito Pirelli, ma dovremmo abbattere qualche pianta e non ce lo permetterebbero mai. Finiremo per mettere un paio di varianti sui due rettifili, così tanto per tagliare le scie.
Per Lesmo non possiamo far nulla: si potrebbe rifare il sottopasso, ma anche lì andrebbero tagliati molti alberi per una via di fuga. Per ora vedremo di mettere una variante al posto della Roggia, ma prima o poi dovremo arretrare le due di Lesmo di una cinquantina di metri.
Pensi, avevamo presentato un progetto fantastico per rendere selettivo il tracciato e, contemporaneamente, riportare la lunghezza ai 10 km originali. Abbiattiamo le sopraelevate tenendo solo il sovrappasso al Serraglio e facciamo tutto un tratto misto all'interno del rettifilo opposto dell'anello. Il terreno è nostro, insomma è nostro in affitto, e la demolizione non è un problema perchè la ripaghiamo vendendo le tonnellate di ferro del cemento armato. Il problema, il costo, è nello smaltimento delle macerie. Avevamo trovato una bella soluzione: non l'avremmo portate via, ma le avremmo usate per creare salite e discese artificiali.
Purtroppo non si può fare: Ecclestone non vuole circuiti nuovi o parti nuove di vecchi circuiti che abbiano delle pendenze. Insomma, vuole tutto il più piatto possibile!

Io facevo sì con la testa per non fare la figura del pivello, ma intanto mi chiedevo: ma chi cacchio è 'sto Ecclestone?