Tutto era cominciato alla vigilia della stagione 1984 quando la Philip Morris, detentrice del marchio di sigarette, annunciò di esser giunta ad un accordo con la Scuderia per l’apposizione dei suoi marchi sulle monoposto in abbinamento ai nomi dei piloti Alboreto ed Arnoux. Attualmente la sponsorizzazione Marlboro è elemento imprescindibile dalla livrea della rossa, che ha pure modificato leggermente la tonalità del suo colore per rispondere appieno alle esigenze dello sponsor.
Nulla di male, il legame tra teams di Formula 1 e sponsors era iniziata da tempo e con risvolti spesso interessanti e degni di essere raccontati.
Storicamente la prima sponsorizzazione presente sulla carrozzeria di una monoposto della massima formula automobilistica risale a quando il geniale Colin Chapman ebbe una intuizione commerciale degna di quelle tecniche che lo resero famoso.
Per la stagione 1968 dipinse le sue vetture con i colori bianco-rosso-oro del marchio Gold Leaf abbandonando clamorosamente il tradizionale colore verde nazionale. La Gold Leaf era un marchio di sigarette di proprietà della Imperial Tobaccoes che controllava anche la mitica John Player Special che, pochi anni dopo, subentrò sulle carrozzerie delle Lotus divenendo in pochi anni “lo sponsor” anche grazie alla sua elegantissima livrea nero-oro caratteristica. Ancora oggi, a distanza di molti anni, quei colori e quelle auto sono unanimemente considerate tra le più belle di ogni epoca, insuperate ed insuperabili.
Ormai la strada era tracciata, nel giro di poco tempo approdarono altri finanziatori come la marca di profumi Yardley prima su BRM, poi su Mclaren che venne soppiantata in entrambe le squadre dalla Marlboro.
Altro sponsor storico è stata la Martini (al di là dei suoi impegni nelle categorie sport e rally) che fece un primo, timido ingresso con l’italiana Tecno nel 1972 per poi passare due anni dopo alla Brabham fino al 1977 e poi ancora alla Lotus nel 1979. I colori Martini si sono sposati a fondi rosso, bianco e verde nei vari anni, anche se si ricordano con più facilità sulle Porsche sport e sulle Lancia sport o rally.
Quando la Martini e la Brabham si divisero, il team di Bernie Ecclestone passò alla Parmalat e la sua colorazione mutò, pochi anni dopo, in quella assolutamente caratteristica bianca-blu. La cromaticità del team inglese non cambiò praticamente più (salvo sporadici episodi) anche quando cambiarono i marchi sulla carrozzeria.
Ma lo sponsor che l’ha fatta da padrone in F1 è stata la Marlboro (altro marchio di sigarette) che dagli anni settanta ad oggi ha continuato ad investire massicciamente nella Formula 1. Era entrata rivestendo le carrozzerie della BRM per poi passare poco dopo alla Mclaren. Il connubio con la squadra di Woking è stata un punto fermo per tantissimi anni, una caratterizzazione immutabile quasi come il rosso della Ferrari.
Dal 1974 al 1996 il biancorosso era la Mclaren, la Mclaren era il biancorosso. Questo anche se pure l’Alfa Romeo, al suo ritorno in F1 potè fregiarsi della stessa colorazione.fino al 1983 compreso. Nella metà degli anni ottanta, come detto nell’introduzione, le bionde della Philip Morris entrarono a violare l’ultimo tabù rimasto: la Ferrari, restando tuttora lo sponsor principale della scuderia di Maranello e anzi trasferendosi unicamente ad essa quando la Mclaren passò alla West nel 1997.
La storia delle sponsorizzazioni non può fare a meno di ricordare l’entrata degli arabi in F1 a sostegno della Williams; una svolta epocale e soprattutto la possibilità per Frank Williams di crescere e creare nel giro di pochi anni un team di vertice che a tratti è riuscito a dominare la scena in maniera pressoché totale.
E che dire della Benetton che, dopo essere apparsa sulle fiancate di Tyrrell, Alfa Romeo e Toleman decise addirittura di comprarsi quest’ultima rivoluzionando il concetto stesso di sponsorizzazione. Controllando direttamente le scelte tecniche e utilizzando il paddock per i suoi servizi fotografici di moda introdusse un nuovo modo di patrocinio, poi imitato da molti altri. Come la Footwork con la Arrows e la Leyton House con la March, ma si trattò di episodi limitati nel tempo e decisamente meno fortunati dal punto di vista sportivo.
Sodalizi caratteristici e abbastanza duraturi furono quelli tra Tyrrell ed Elf (la casa francese di carburanti comparve anche sulle carrozzerie di Renault, Williams e molti altre ancora), Arrows e USF&G, Toleman e Candy, Jordan e Sasol, Sauber Petronas ecc…
Altro connubio storico è stato quello di matrice tutta francese tra Ligier e Gitanes che iniziò sin dall’esordio della squadra transalpina nel 1976 e proseguì a lungo per cambiare solamente con l’arrivo della Gauloises. Un sostegno continuo, cospicuo e corposo, a prescindere dai risultati altalenanti e non sempre all’altezza delle aspettative e del potenziale della squadra.
Nel periodo anni ottanta-novanta un altro grande marchio entrò in Formula 1 dalla porta principale riuscendo a diventare ben presto uno dei maggiori sostenitori e rivaleggiando efficacemente con la Marlboro sia sulla sponsorizzazione dei teams che dei singoli piloti. La Camel. Le due case di sigarette crearono ognuna una sorta di “lobby”, suddividendosi di fatto il controllo sulla F1. La Marlboro seguiva Mclaren e Ferrari, la Camel Williams, Lotus, Benetton e Tyrrell. Anche tutti i piloti gravitavano in qualche modo attorno ad una o all’altra compagine che quindi riuscivano a controllare praticamente l’intero mercato. Sensazionale fu il passaggio di Ayrton Senna dalla Lotus (Camel) alla Mclaren (Marlboro) nel 1988, ma molti altri contratti furono siglati con il patrocinio dei “tabaccai”.
Altro discorso per gli sponsors cosiddetti “tecnici”. Elf, Texaco, Mobil, Schell, Agip, BP, STP, Castrol, in qualità di fornitori di carburanti o lubrificanti. Ferodo, Koni, SKF, Champion, Sparco, Beta ecc per quanto riguarda attrezzature e componentistica. Spesso queste ditte riuscivano a comparire in squadre, come appunto la Ferrari, in qualità di fornitori tecnici; Enzo Ferrari, a torto o a ragione, riusciva a concepire solo una presenza di questo genere.
E’ praticamente impossibile elencare tutti i marchi che hanno fatto la loro comparsa in F1, ma è più facile tentare di ricordarne altri scovandoli tre le migliori colorazioni che si sono viste in pista.
Bella l’estetica della Arrows tutta oro sponsorizzata Warsteiner alla fine degli anni settanta, o quella insolita della Toleman del 1985 con tutte le bandierine della United Colors of Benetton. Significativa, perché originalissima, la Shadow con il disegno del leone nel 1979. Da non dimenticare anche i bellissimi animali dipinti che sfoderava ogni anno la Jordan con la Benson & Hedges e le vivaci colorazioni pluricromatiche della Benetton dei primi anni.
E che dire invece di altre che davvero non si distinsero certo per la loro bellezza? La AGS della El Charro del 1987, la Arrows color zabaglione con i marchi USF&G a metà degli anni ottanta dall’aspetto davvero triste ed anonimo, l’Osella Kelemata, la Surtees Beta...
...sorvolando su tutte quelle piccole squadre in difficoltà che misero in campo
Attualmente il panorama degli sponsors in F1 è abbastanza variegato, anche se il numero delle squadre presenti si è ridotto negli ultimi anni. Ma come è sempre stato, i top team monopolizzano in qualche modo i migliori marchi, mentre per le scuderie più piccole il problema di .
Con il progressivo impedimento alla pubblicità del tabacco operato ai paesi occidentali tramite un divieto completo o una serie di pesanti limitazioni sull'esposizione, la F1 si è pian piano affacciata ai mercati asiatici che costituiscono una frontiera dal grosso potenziale. Si parla di nuove industrie pronte a supportare con i loro finanziamenti, di nuovi tracciati privi di limitazioni sulla pubblicità al fumo, di mercati per i prodotti occidentali. Con l'usita di scena dei "tabaccai" le "dorate" superfici delle monoposto potrebbero ospitare nuovi generi di marchi: industrie farmaceutiche, imprese legate alla finanza o multinazionali di vario genere sono tutti potenziali futuri supporters.
Ecco una panoramica dei "Title sponsors" e di quelli significativi dei vari teams attuali:
Ferrari - Marlboro, Schell, Vodafone, Fiat, AMD, Olympus;
Williams - HP, Allianz, Petrobras, Fed Ex, Castrol, NiQuitinCQ, Bud;
Mclaren - Wst, Siemens, Mobil, Boss, Schuco, Sap, Henkel;
Renault - Mild Seven, Elf, Telefonica, I mode; Hanjin, Guru;
BAR - Lucky Strike, Intercond, Ray Ban, BAT;
Sauber - Petronas, Credit Suisse, Red Bull, Malaysia, MTO;
Jaguar - HSBC, AT&T, DuPont, UGS, Beck's;
Toyota - Panasonic, Esso, Wella, KDDI, Intel, EMC;
Jordan - Benson & Edge, Trust, Sobrante;
Minardi - Wilux, European;