Le preoccupazioni sono sacrosante, ma vanno inserite in un quadro completo.
Una cosa ciclica è una cosa che si ripete a intervalli di tempo costanti, cosa che... non succede col nucleare!
Quegli eventi non sono mica tanto ciclici, visto che hanno una frequenza rara per situazioni eccezionali (Chernobyl non è assolutamente la norma, anzi, furono violate tutte le norme) e causano un numero di morti di ordini di grandezza inferiore rispetto agli idrocarburi.
Vogliamo paragonarli con i danni dovuti alle emissioni di idrocarburi nell'ambiente, e non mi riferisco solo alle fuoriuscite da petroliere o piattaforme?
https://ourworldindata.org/safest-sources-of-energyA Fukushima poi il problema è stato lo tsunami, è quello che ha causato vittime:
https://www.unscear.org/unscear/en/fukushima.htmlPer quanto riguarda le scorie, ad ascoltare gli ingegneri e i fisici che lavorano nel campo e che sicuramente hanno non solo più sale in zucca di noi ma anche il know-how tecnico di settore, la tecnologia per stoccarle in sicurezza c'è, posti adatti a conservarle in isolamento anche:
https://www-pub.iaea.org/MTCD/Publicati ... 61_web.pdf Non vuol dire che sia acqua fresca e che non bisogna preoccuparsi di prendere le dovute precauzioni del caso, ma il problema per cui "non si sa dove metterle" è dato dal fatto che nessuno le vuole, è un cane che si morde la coda per questione politica.
Ricordo che gli scarti radioattivi sono prodotti anche dagli ospedali senza bisogno delle centrali atomiche e senza che nessuno protesti (ma gli ospedali non ledono gli interessi di chi vende altre fonti di energia tradizionali e di chi basa la sua attività politica con voti e donazioni sullo scaremongering), e che le centrali a carbone a sorpresa producono più residui radioattivi:
https://www.scientificamerican.com/arti ... ear-waste/Alla fine, è tutta la classica bilancia con i costi/rischi e i benefici sui due piatti, che vanno soppesati, mettendo a confronto tutte le fonti di energia a disposizione dove possono essere applicate. Il nucleare è stato presentato in maniera distorta in passato, i suoi rischi sono minori di quel che si crede, i benefici maggiori di quel che si crede.
Lo stesso IPCC, l'International Panel for Climate Change, include le fonti di energia nucleari tra gli strumenti per rispettare gli accordi di Parigi e rientrare nello scenario in cui l'aumento di temperatura entro metà secolo è inferiore a 1.5 °C di media globale:
https://report.ipcc.ch/sr15/pdf/sr15_chapter2.pdfNon credo che loro non abbiano sale in zucca, se fanno affermazioni simili senza che tremino loro i polsi un motivo ci deve essere.
Il nucleare va quindi soppesato razionalmente come ogni altra cosa e tenuto in considerazione con i suoi pro e contro valutando di volta in volta la fattibilità dell'installazione di una centrale.
Il suo problema maggiore è che, anche a causa delle politiche passate, attualmente costa molto e c'è un rischio d'impresa elevato perché i ritorni sull'investimento, quando va bene, arrivano dopo 15 anni. Ma con i giusti investimenti si possono ridurre i costi, così come si sono ridotti quelli di fotovoltaico e idroelettrico in passato. Ciclicamente (stavolta sì) però il nucleare viene associato a concetti e affermazioni che indagando più approfonditamente si rivelano parziali, distorti se non proprio falsi, che condizionano il dibattito pubblico, e si ritorna al cane che si morde la coda.
Per approfondire ulteriormente, qua ci sono molti altri grafici e tabelle utili e interessanti:
https://www.viite.fi/2021/01/20/nuclear-qa/P.S. per ricollegarsi ai commenti precedenti, ci sono anche progetti per ottenere combustibili sintetici a partire dall'idrogeno generato dai processi nucleari e dall'anidride carbonica, interessante:
https://dspace.mit.edu/handle/1721.1/75135